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2020/06/17
Market Insight con Fadi Barakat - Scissione tra l’economia reale ed i mercati finanziari

Acquistare attivi finanziari quando i tassi di disoccupazione salgono in tutto il mondo potrebbe sembrare controintuitivo. Eppure, nel momento in cui scriviamo lo S&P 500 è oltre la soglia dei 3.000 punti. Viene da chiedersi se i livelli attuali siano giustificati, se l’andamento proseguirà e come si è arrivati, esattamente, a questo punto.

La recente correzione di mercato non ha risparmiato nessuna classe di attivi e il mondo si era avviato verso un “sudden stop”, un’espressione utilizzata per descrivere l’improvvisa diminuzione dei flussi in entrata dei capitali esteri, spesso accompagnata da una recessione economica e da correzioni di mercato.

Keynes e Friedman a braccetto

I governi dei Paesi sviluppati hanno reagito rapidamente, attivando diversi piani di aiuto per ridurre al minimo l’impatto finanziario della crisi provocata dal Covid. Negli USA, il piano di sostegno economico da oltre 2.000 miliardi di dollari, presentato dal Presidente Trump il 27 marzo, contribuisce a tutelare la popolazione statunitense dalle conseguenze economiche e sanitarie del Covid-19. Analogamente, i leader europei hanno convenuto di sostenere l’occupazione, le imprese e l’economia a livello di UE e il 23 aprile hanno varato un piano da 540 miliardi di euro composto da tre reti di sicurezza per lavoratori, imprese e Stati membri. 

Parallelamente, nell’arco di sei settimane le banche centrali hanno fornito ingenti quantitativi di liquidità, acquistando titoli di Stato, debito societario, MBS ed ETF.
Con questo sostegno straordinario, sia a livello monetario che di bilancio, non stupisce che i mercati siano balzati ai livelli attuali. O forse sì?