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2019/02/27
Market Insight - Le stime di crescita degli utili potrebbero rallentare ulteriormente e pesare sulle borse

Marco Bonaviri - Senior Portfolio Manager

NON LOTTARE CONTRO LA FED

Gli ultimi due mesi potrebbero entrare nella hall of fame degli episodi da ricordare per i mercati finanziari: subito dopo il peggior mese di dicembre dal 1931 si registra il miglior mese di gennaio dal 1987. Se c’è una cosa che dimostra è che il motore principale degli attivi a rischio non sono le previsioni dei risultati, i dati macroeconomici, la politica o ancora le linee dei grafici: l’unica cosa che conta è la quantità di denaro iniettato o ritirato dal sistema dalla Federal Reserve americana (la Fed), ovvero se Jay Powell opta per un atteggiamento più aggressivo (hawkish) o più prudente (dovish). 

La previsione di una pausa nel ciclo di stretta monetaria da parte della Fed e la riduzione dei timori relativi all’esaurimento della liquidità mondiale hanno rinvigorito il sentiment degli investitori e alimentato la più importante ripresa delle borse degli ultimi 40 anni. Il rovescio della medaglia è che questa inversione di marcia della politica monetaria è ormai inglobata e gli investitori potrebbero concentrarsi nuovamente sui fondamentali economici e le prospettive societarie. Ecco la nota dolente: osserviamo una divergenza sorprendente tra il consensus sulla crescita degli utili delle società e il peggioramento delle prospettive economiche per il 2019 e 2020. 

Di norma, l’andamento in borsa è influenzato in modo significativo dalla dinamica delle revisioni degli utili. Quando gli analisti del mercato azionario rivedono al rialzo le aspettative di crescita, la fiducia e la propensione al rischio degli investitori si rafforzano, facendo salire gli indici di borsa. Tuttavia, a volte i mercati finanziari non sono connessi allo slancio degli utili per azione (EPS) e si concentrano su altri fattori. Secondo la nostra analisi, è proprio quello che è successo dall’inizio del rimbalzo cominciato la vigilia di Natale: le previsioni di crescita degli EPS sono state nettamente riviste al ribasso su tutti i mercati, mentre l’indice S&P 500 ha guadagnato oltre il 17% (figura 1). Sorprendentemente, al momento tale dicotomia non attira l’attenzione degli investitori, ossessionati dalla Fed e dall’aumento lineare degli indici.