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2016/11/14
Referendum in Italia: cosà c’è realmente in gioco?

Il 4° dicembre gli elettori italiani si recheranno alle urne per pronunciarsi su un referendum costituzionale che ha attirato l’attenzione degli osservatori internazionali. Sebbene il referendum in sé costituisca un voto tecnico dalle implicazioni complesse, i media locali sono riusciti in qualche modo a trasformarlo in un semplice voto di fiducia per l'attuale Primo ministro Matteo Renzi. Gli ultimi sondaggi sul voto indicano una prevalenza del No. Di che cosa tratta esattamente il referendum e quali sono le implicazioni a medio termine se dovesse vincere il No?

L'attuale sistema politico italiano è composto da una struttura di bicameralismo perfetto con un totale di 945 membri eletti suddivisi tra deputati e senatori. La Camera dei deputati ha gli stessi poteri del Senato della Repubblica e, per divenire leggi, i progetti devono essere approvati da entrambe le Camere. A causa del cosiddetto sistema bicamerale, l'Italia deve affrontare un certo grado di immobilismo quando si rende necessario riformare imposte, tribunali, diritto del lavoro e altri aspetti giuridici della vita economica. Il quesito referendario propone il superamento del bicameralismo paritario e la riduzione del potere concesso ai senatori, nonché una diminuzione del numero di questi ultimi. Infine, propone la ricentralizzazione di una serie di funzioni attualmente attribuite alle regioni, per una maggiore efficienza. In definitiva, non sarà più necessaria l'approvazione del Senato per ogni nuova legge. L'ultimo elemento di cambiamento è rappresentato da una nuova legge elettorale chiamata Italicum che è oggetto di molti dibattiti persino all'interno del Partito Democratico dell'attuale Primo ministro Renzi.

Per primo, gli obiettivi dichiarati nel referendum appaiono piuttosto positivi, poiché creerebbero un quadro legislativo più efficiente che faciliterebbe le riforme. Tuttavia, la situazione è ben diversa. Sin dall'inizio della campagna, Matteo Renzi ha personificato la riforma, spingendo di conseguenza gli elettori ad esprimere (o meno) la loro fiducia nei confronti dell'attuale Primo ministro. Tuttavia, nel panorama europeo attuale emerge uno scetticismo generale dei cittadini verso gli attuali leader, le loro politiche e la burocrazia di Bruxelles. Anche se il referendum presenta diversi meriti, gli elettori approfittano dell'occasione per esprimere la loro insofferenza verso il "sistema" e un’esigenza di cambiamento.